«Quello che ho visto nel corso dell'investigazione, sono stati centinaia e centinaia di detenuti e detenute, a cui è stato strappato loro ogni semplice diritto esistenziale.
Semplici oggetti da sfruttare fino alla fine dei loro giorni per poi andare ad ingrassare i profitti dell'industria carnea.
Volti di maiali stanchi a cui si leggeva nei loro occhi la totale rassegnazione di una vita passata in prigionia.
Piccoli appena nati, tramortiti dal fortissimo odore ammoniacale dell'urina stagnante, cadere e morire nelle feci delle loro madri, incapaci di intendere dove sono e la sorte che presto capiterà loro, bambini a cui la società umana, ignara e consumatrice di carne ha strappato loro il diritto di godere un infanzia di affetto e calore materno.
A le volte nel corso dei nostri sopralluoghi trovavamo individui in agonia o morti nei corridoi dei capannoni. La triste visione, mi portava solo alla conclusione che vista la situazione e la vita che stavano vivendo, per loro la morte era solo una liberazione.
Esseri senzienti che la nostra società ci ha insegnato a non considerare persone, ma semplici cose che andranno a compensare la nostra alimentazione con la loro carne e i suoi derivati, cose che andranno ad intrattenerci o farci compagnia quando saremo annoiati, cose che potranno subire la nostra violenza fisica quando saremo alienati dalla routine quotidiana, cose che...
Ho partecipato con grande interesse a quest'investigazione, conscio che le immagini conseguite andranno a portare un cambiamento a livello sociale, per aiutare le persone umane a prendere coscienza sul macabro mondo dell'industria carnea e allo stesso tempo empatizzare con le altri specie animali, e di conseguenza adottando uno stile di vita Vegan.
Ogni volta che uscivo da ogni singolo allevamento era come ri-entrare in un'altra dimensione.
Tutti i giorni fino a qualche giorno dopo la presentazione dell'investigazione, una volta arrivato a casa dopo una lunga notte a conseguire documentazione per il lavoro investigativo, prima di andare a dormire le immagini di tutto ciò che avevo visto mi assalivano la mente ogni volta che chiudevo gli occhi, come un incubo perenne, al contrario io però quest'incubo non me lo vivo di prima persona.
C'era chi diceva che per gli animali Treblinka dura in eterno, io l'ho visto coi miei proprio occhi.»